
La salita, con i suoi oltre 900 metri di dislivello, si presenta come un ostacolo di media difficoltà, certamente da non sottovalutare. La pendenza media, al 6.5 per cento, risente della presenza di 20 tornanti quasi in piano che fanno sì che la pendenza effettiva nei tratti rettilinei sia più elevata.
Località di partenza: Valstagna (VI)
Lunghezza: 14.4 kilometri
Dislivello: 941 metri
Pendenza massima: 10 per cento
Pendenza media: 6.5 per cento
Quota massima raggiunta: 1095 metri
Esposizione: sud
Periodo di percorrenza: tutto l’anno
Info: Pro Loco Gallio, tel. 0424/44500
Il percorso
La salita a Foza si sviluppa lungo una strada che ha delle chiare origini: il tracciato difficile e in buona parte scavato nella roccia, la presenza di venti stretti tornanti, la pendenza abbastanza regolare, recano il "marchio" preciso del genio militare. In queste zone, infatti, si combatté nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Da un punto di vista sportivo, la salita, con i suoi oltre 900 metri di dislivello, si presenta come un ostacolo di media difficoltà, certamente da non sottovalutare. La pendenza media, al 6.5 per cento, risente infatti della presenza di venti tornanti quasi in piano che fanno sì che la pendenza effettiva nei tratti rettilinei sia più elevata.
Essa tende a diminuire sensibilmente nei pressi dei tornanti e ciò richiede accelerazioni e cambiamenti di marcia continui da parte del ciclista. Inoltre occorre fare particolare attenzione a dosare adeguatamente le energie: potrebbe capitare facilmente di rimanere senza forze nel tratto finale, proprio nel momento in cui sarebbe necessario scalare rapporto e imprimere una decisa accelerazione.
Un breve riscaldamento
L'ascesa si può suddividere in cinque fasi. La prima va dal km 0 al km 1.7 (1.7 kilometri al 3.9 per cento): il tratto iniziale dalla piazza di Valstagna fino al secondo tornante è, in sostanza, un'occasione per un breve riscaldamento in attesa dell'inizio della salita vera e propria.
Dal centro di Valstagna si seguono le indicazioni per Asiago-Foza imboccando una stretta strada che sale tra le case: dopo aver superato un primo tornante a destra, si lasciano alle spalle, con un'ampia curva, le ultime abitazioni e ci si incunea quindi nella valle stretta e incassata. La strada costeggia il torrente e contemporaneamente la pendenza si riduce consentendo al ciclista un adeguato riscaldamento.
Questo tratto introduttivo termina al km 1.7 quando, dopo aver attraversato il torrente su un ponte, si incontra un tornante a destra e inizia la salita vera e propria.
Si comincia a salire
La seconda parte dell'ascesa va dal km 1.7 al km 7.9 (6.2 kilometri al 6.8 per cento). È la prima volta che si inizia veramente a salire.In questo tratto si dovrà prendere il ritmo cercando di lavorare col cambio o perlomeno cercando di adattare la velocità agli innumerevoli cambiamenti di pendenza causati dai tornanti.
Bisogna dunque mantenere un ritmo variabile caratterizzato da numerose accelerazioni e rallentamenti. Sulla sinistra si lascia la secolare mulattiera della "Calà del Sasso". La strada ora si 'avvita' su sé stessa e inizia a scalare la valle costeggiando sempre la parete rocciosa con un tracciato molto spettacolare.
Subito dopo i tornanti la pendenza aumenta gradatamente fino a spianare nei pressi del tornante successivo. Il ciclista è quindi costretto a continui strappi, di fronte ai quali può solamente aiutarsi affrontando i tornanti con un rapporto più lungo e "rilanciando" la velocità.
Questa tattica, tuttavia, deve essere dosata con grande accuratezza perché bisogna assolutamente evitare di giungere nel tratto finale, dove i tornanti scompaiono, senza energie. I tornanti si susseguono in continuazione: al km 5.3 si incontra il decimo e poco dopo si inizia a pedalare non più solo tra pareti rocciose, ma anche in un po' di verde.
Il terzo tratto
Dal km 7.9 comincia il terzo tratto dell'ascesa, fino al km 10.3 (2.4 kilometri al 7.3 per cento). È un tratto interlocutorio, di passaggio: non ci sono più tornanti sovrapposti e la pendenza si alza leggermente.
Al km 7.9, a quota 641 metri, lasciamo sulla destra l'Osteria Piangrande che indica la metà del percorso: chi fosse particolarmente stanco può qui effettuare una sosta, perché poi, fino alla cima, non si trova nessun'altra struttura turistica.
Al km 9.1 c'è una breve galleria e poco dopo, al km 10.3, l'ultimo tornante: da questo punto mancano 4 kilometri alla fine della salita ma, non essendoci più tornanti, proprio da qui la strada presenta le pendenze più impegnative. In effetti il tracciato, dopo aver risalito verticalmente il fianco della valle fino all'osteria, ora deve penetrare lungamente nella stessa vallata in direzione nord per giungere a Foza.
Gli ultimi kilometri
La penultima fase della salita va dal km 10.3 al km 14.1 (3.8 kilometri al 7.1 per cento).Dall'ultimo tornante fino all'incrocio con la strada proveniente da Enego in località Cruni è un lungo rettilineo che sembra non finire mai, con le case di Foza bene in vista al ciclista.
I punti più impegnativi sono fino al km 11 (oltre 8 per cento) e tra il km 13 e il km 13.5. In questo tratto gli scalatori, o in generale chi avesse più energie, potrebbe facilmente staccare i propri colleghi di uscita. Al km 11.5 si lascia a sinistra la deviazione per Valcapra e poco dopo, per la prima volta, si distingue la meta, Foza, contraddistinta dal campanile della chiesa.
Un ultimo sforzo ed ecco che finalmente, al km 14.1 a quota 1088 metri, si arriva in località Cruni, sulla strada che conduce da Enego ad Asiago: la imbocchiamo a sinistra e con le ultime pedalate entriamo nel paesino di Foza. È, questa, l'ultima fase della salita. Dal km 14.1 al km 14.4, 0.3 kilometri al 3.2 per cento, 300 metri di leggera salita per poter concludere l'ascesa in velocità o per improvvisare uno sprint di fronte alla chiesa, a quota 1093 metri. Ma attenzione a dare la precedenza prima di immettersi sulla strada più importante!
Nel centro del paese, poi, sarà facile incontrare altri ciclisti presso il bar "Tre Scioppi".